lunedì 23 luglio 2012

Panta Rhei Os Potamòs

"Tutto scorre come un fiume"

Mai parole furono più azzeccate. Le pagine scorrono e i capitoli della vita si chiudono. Altri iniziano. Questo spazio chiude definitivamente, per trasferirsi altrettanto definitivamente su
"Frequency 911.79". 

Niente apertura e gestione di blog multipli, niente divisione dei miei interessi, niente divisioni delle mie varie attività anche lavorative. Niente maschere. 

A tal proposito... Sapete che adoro le cascate?

domenica 3 luglio 2011

Start from scratch

Inutile dire che è ormai passato quasi un anno dal mio ultimo post e che tutte le mie belle intenzioni se ne sono andare in malora. Ciò purtroppo può succede tranquillamente nel "magico" mondo della Vita Reale. Però se è vero che il saggio cinese dice "Non importa quante volte cadi, conta che ti rialzi sempre" sono tornato qui. Il perché? Semplice.

Sto pianificando un romanzo fantasy. 

Il quale, tra le altre cose, rappresenterebbe il mio primo romanzo in assoluto. All'attivo infatti ho solo qualche racconto breve scritto anni fa, racconti brevi che mi permisero di fare una fugace apparizione televisiva sull'ormai defunto canale televisivo "Rai Futura".

Il desiderio di scrivere un romanzo fantasy proviene da due mie necessità. 

La prima non è nient'altro che sento di doverlo scrivere, percepisco di doverlo tirare fuori da me stesso (anche perché con il fantasy ed il fantastico ci sono cresciuto).

La seconda è per pura sfida personale. 

Mi spiego meglio. Occuparmi di qualcosa di così complesso che richiede cura, infinto amore, tanta sicurezza e una bella pianificazione mi galvanizza. Una sfida per dire alla fine "Ho fatto anche questo". Una motivazione egoistica? Sinceramente non vedo che cosa ci sia di male. 

Ok, ho mentito. Le necessità sono in realtà tre.

La terza deriva dal desolante panorama del fantasy italiano. Perché i libri fantasy italian che ho letto non mi sono piaciuti e confrontando pareri di amici telematici e non, sono davvero pochi quelli che mi vengono indicati come "sufficienti". Per ora nessun titolo di fantasy italiano mi è stato riferito come un "must have" o di qualità sopra la media.

No, non si tratta di esaltazione personale, superbia o semplicemente di "Io". Si tratta di una sfida personale, un mio desiderio. Io voglio, per me stesso ed indipendentemente quanti anni durerà la pianificazione, produrre qualcosa che non possieda i difetti tipici che imputo e vengono imputati al fantasy italiano. Ripeto, si tratta comunque di una sfida o se preferite di un termine più realistico e cinico, un "tentativo".

Quelli che sono a mio avviso i difetti tipici del fantasy italiano sono essanzialmente tre: Editing Spietato, Coerenza e Ricerca.
  • Editing Spietato: Anche se lo definisco "editing spietato" in realtà sarebbe più corretto definirlo "editing di livello professionale". Più di una volta ho letto in determinati romanzi personaggi nel corso della stessa scena cambiare colore dei capelli e degli occhi, posizione delle ferite, mano che impugna l'arma, fare azioni impossibili scordandosi quasi della posizione di partenza. Questa è una cosa che non ho mai capito dell'"editing moderno". O si tratta di scarsa professionalità o si tratta di scasa attenzione del e verso il lettore. Il mio obbiettivo è quindi di evitare questi errori assurdi ed un editing superficiale. Se in una scena il personaggio impugna l'arma con la destra non può sferrare il colpo con la sinistra, a meno che io non inserisca una descrizione in cui il personaggio cambia la mano che impugna l'arma, magari facendoci scoprire che la sua "arma segreta" è essere ambidestro.
  • Coerenza: Mister Coerenza, un elemento che ha l'abitudine ad andarsene ad "escort". Spesso avviene che personaggi escono completamente da se stessi, facendo cose che non rientrano nei loro personaggi o andando contro l'ambientazione stessa. Ovviamente non sto parlando di quei casi dove un personaggio di mostra un lato del suo carattere che teneva nascosto oppure che si dimostra "coerente" con il suo essere "incoerente". Sto parlando di quei casi in cui avvengono cose illogiche che vengono giustificate con frasi del tipo: "Cosa pretendi è un romanzo" (La prossima volta accio avvenire in una fiaba per bambini un'orgia con animali, così, tanto perché è un romanzo!), oppure "Ma cosa vuoi? E' magia!". No, la magia ha le sue regole. Anzi, la magia ha regole BEN precise, perché per vostra informazione il caos è un tipo di ordine di cui non abbiamo ancora compreso l'organizzazione. Non ho mai capito perché se ti faccio notare un'incoerenza in un libro che hai letto, poi ti incazzi. Forse è perché uno ha la coda di paglia e si sente un cretino a non averla notata?
  • Ricerca: Una cosa a cui tengo molto è la ricerca dell'ambientazione e delle fonti (tant'è che spesso mi piace dire che "Dio è nei dettagli"). Per uno scrittore la ricerca è fondamentale, perché essa ti dà strumenti molto utili per dare sapore alle descrizioni o al personaggio. Non si tratta di inserire "infodump", quelli che io chiamo "spiegoni", senza alcun motivo se non quello di sfidare la soglia di attenzione del lettore o arrivare al numero dei caratteri che ti eri prefiissato per il capitolo. Se ad esempio si tratta di tirare con l'arco qualche ricerca sul tiro con l'arco "medievale", visto che parliamo di fantasy, è un'ottima cosa. Ad esempio: non ho mai visto in un fantasy italiano un accenno al fatto che la corda di un arco la si tiene normalmente srotolata o che la corda stessa può essere fatta di seta. Oppure che un arciere che debba sparare molte frecce di seguito invece che ti tenerle nella faretra, che sta dietro la schiena, potrebbe prendere delle prende delle freccie e piantarle per terra davanti a lui per poi mettersi in ginocchio e tirare più velocemente possibile. Non ho visto alcun romanzo fantasy italiano fare riferimento ad esempio alla differenza tra "tiro istintivo" e "tiro di precisione". Io non sto parlando di fare il cosìdetto "OTAKU DEMMERDA(TM)" solo perché si apprezza il suono di determinate parole o si fa un "vulgar display of words knowledge". Anzi, la vera sfida è di usare queste conoscenze nelle dinamiche, senza essere didascalici (a che pro poi?).
Bene, più o meno questi sono i miei propositi per quello che ho in cantiere. Per concludere ho ordinato da Amazon.co.uk una serie di interessanti libri sulla teoria della scrittura che sono:
  1. How to Write a Damn Good Novel di James N. Frey
  2. How to Write a Damn Good Novel Vol. 02 di James N. Frey 
  3. How to Write Science Fiction and Fantasy  di Orson Scott Card
  4. Characters & Viewpoint (Elements of Writing Fiction ) di Orson Scott Card
  5. The Complete Handbook of Novel Writing di Meg Leder e Jack Heffron
  6. The Elements of Style di William Strunk Jr. e E. B. White
  7. Self-Editing for Fiction Writers, Second Edition: How to Edit Yourself Into Print di Renni Browne e Dave King
  8. Word Painting: A Guide to Writing More Descriptively di Rebecca McClanahan
Il loro arrivo è previsto per la seconda metà del mese. Non si tratta però di manuali scelti a caso. Sono tutti scelti con criterio e sopratutto mi sono stati consigliati da altre persone con cognizione di causa. Per cui a risentirci.

martedì 19 ottobre 2010

Gamberi Steampunk!


In attesa che riordini le idee per postare argomenti su questo blog, vi segnalo due interessanti blog italiani che riguardano il fantasy e nella fattispecie lo Steampunk. Ovvero "Gambery Fantasy" tenuto da Gamberetta e (o lo si ama o lo si odia, non c'è una terza posizione) diventato famoso per il suo ciclo, fortunatamente concluso a causa la perdita di punti sanità mentali dell'autrice, di approfondimento ed analisi sul disastroso fantasy italiano. L'altro è l'interessante "Baionette Librarie" tenuto dal Duca Carraroran dedicato, come recita il sottotitolo a "Steampunk, SteamFantasy, Oplologia, eBook, Fantasy, Scrittura, Storia, Militaria, Grosse Tette e Baionette".

martedì 15 dicembre 2009

Fantasy, where art thou?

Come ho già accennato sull'odierno post di Strane Idee sul cervello (intitolato Uno la buona volontà ce la mette) ho deciso di aprire questo blog "collaterale" e di dargli come titolo Alla ricerca del Fantasy.

Perchè questo titolo? E sopratutto... Perché quell'inquietante logo?

Iniziamo dalla prima domanda: "Perchè questo titolo?"

Non ho mai e poi mai nascosto che il fantasy come ambientazione e come genere mi piaccia molto. Del resto, come molti dei trentenni che scorrazzano su internet, nomi come D&D Basic Rules Set 1, Hero Quest, Il signore degli Anelli Edizione Rusconi, I draghi del crepuscolo d'autunno Edizioni Armenia, Dragon's Lair, D&D Animated Series, Record of Lodoss War, Bastard! e Blind Guardian non suonano assolutamente sconosciuti.

L'elenco sopra riportato dimostra però che i più diffusi riferimenti per i lettori e per gli scrittori fantasy italiani restino alla fin fine solo due: D&D e Il signore degli anelli.

E questo non va bene. Non va assolutamente bene.

Quello che non ho mai compreso è perché, rispetto ad altri generi letterari, il fantasy deve essere l'unico genere che deve per forza limitarsi a fagocitare se stesso. Perché non può attingere per clichè, modi di raccontare, atmosfere, punti di svolta, personaggi, snodi narrativi e soluzioni di narrazione da altri generi?

E' forse perchè scrittori e lettori fantasy hanno accumulato un enorme complesso di inferiorità verso qualsiasi altro libro che non sia fantasy? Finendo per chiudersi dentro un ghetto nel quale possono attingere sempre dalle solite (due) fonti?

Per quanto assurda sia questa ipotesi, sembra sia l'unica che riesca a giustificare tale situazione. Molti scrittori non si informano nemmeno su miti e leggende locali del proprio paese (è solo un pregiudizio che l'Italia non abbia miti e leggende riguardanti creature fantastiche) o di paesi esteri, finendo per credere davvero che l'Efreet o il Djinn siano solo dei mostri di D&D...

E qui finalmente arriviamo alla giustificazione del titolo. Perchè "Alla ricerca del Fantasy"? Perché volendo scrivere di fantasy (sia per sceneggiature, che per racconti) ho deciso di intraprendere un personale viaggio per tentare di capire se posso produrre qualcosa che funzioni attingendo sopratuttoda qualsiasi altra cosa che non sia fantasy, ma che sia fantascienza, explotation anni 70, film horror, gialli, film trash, ecc. ecc...

Perché io non mi rassegno all'idea che "l'Efreet è solo un mostro di D&D".

E la seconda domanda? Ovvero: Perché quell'inquietante logo?

Suvvia, non posso mica dire tutto al primo post di questo blog non trovate?